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IL MUSEO DEL
TESORO DELLA CATTEDRALE DI TROJA |
Il museo del Tesoro
della Cattedrale di Troia è ospitato
nei settecenteschi locali del Palazzo dell’ex
Seminario Vescovile nel cuore del centro
storico incastonato tra la splendida Cattedrale
romanica ed il vanvitelliano Palazzo Episcopio.
Il museo, allestito con le più moderne
tecniche espositive, è stato ideato
per far viaggiare i visitatori, grazie ai
manufatti esposti, attraverso le meraviglie
del tempo.
Il museo è articolato
in più sezioni:
Argenti, Bronzi dorati e Avori
Paramenti Sacri
Volumi e Pergamene
Exultet
Molte sono le meraviglie originali e preziose
in mostra ma i tre Exultet, rotoli pergamenacei
dell’XI–XII secolo, sono una
vera rarità.
Essi contengono il testo del “praeconium
paschale” (annuncio della Pasqua)
con i canti e le relative illustrazioni
finemente miniate. L’Exultet veniva
srotolato dall’ambone nel corso della
tradizionale veglia pasquale in cui il diacono
annuncia alla comunità del clero
e dei fedeli il Mistero Pasquale della Redenzione.
Queste rare opere (solo trentuno se ne conservano
al mondo) prendono il nome proprio dalla
prima parola della preghiera pasquale caratteristica
del mezzogiorno medievale: Exultet.
Nella sezione dedicata all’arte devozionale
di particolare valore sono una edicola di
legno dorata contornata da diverse reliquie
con al centro un dipinto raffigurante il
Redentore di scuola Umbra, un Calice in
argento cesellato attribuito alla scuola
del Cellini, innumerevoli e preziosi oggetti
di grande raffinatezza artistica e non ultimi
una serie di cofanetti in avorio dell’XI
secolo. |
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ARGENTI, BRONZI DORATI
E AVORI
Argenti napoletani
(seconda metà Sec. XVII
- prima metà Sec.XVIII)
tra cui:
- i 5 busti dei Santi Patroni
(Sant’Eleuterio vescovo
e martire e San Ponziano I Papa
realizzati da Ignazio d’Urso
tra il 1688 ed il 1694, Sant’Anastasio
diacono, realizzato da Andrea
De Blasio nel 1708,
San Secondino Vescovo del 1698
e Sant’Urbano Papa del 1717);
- servizi di altare quali candelieri,
palme e carteglorie;
- un ciborio alto oltre m 1,75
in legno ricoperto di una spessa
lamina d’argento con ornamentazioni
a sbalzo e a getto. Pare sia stato
eseguito a Napoli nel ‘700
da Nicola Treglia ma potrebbe
essere risalente al XV sec. e
solo restaurato nel ‘700;
- un ostensorio e calici attribuiti
alla scuola del Cellini (1500-71);
- un pastorale con lo stemma del
vescovo Antonio Di Sangro;
- ampolline in filigrana del XVII
sec.
Bronzi dorati e argenti di origine
non napoletana di epoca anteriore
al Sec. XVII, tra cui:
- un reliquiario a forma di edicola
con al centro un dipinto raffigurante
il Redentore, attribuito da qualche
storico alla scuola del Perugino
(1445-1523), commissionato forse
dal vescovo Ferrante Pandolfini
(1519-60) ma di cui non si ha
nessuna notizia certa.
Argenti di fattura recente,
tra cui:
- un ostensorio, una pisside ed
un calice donati nel 1965 dal
vescovo Antonio Pirotto (1958-74)
e realizzate dall’argentiere
Evangelisti di Genova;
- un pastorale in argento di Mons.
Mario de Santis (1967-85) opera
dell’argentiere Legnaghi
di Verona.
Avori:
- cofanetti rettangolari, vasi
eucaristici del XII sec. ed un
cofanetto di forma circolare con
lievi figure bizantine databile
al X sec.
PARAMENTI LITURGICI
un insieme di pianete, dalmatiche,
tunicelle, piviali, veli per calici,
mitre.
I paramenti sono tutti appartenuti
ai Vescovi della diocesi di Troja.
Si possono dividere in:
Tessuti, tra
cui il più antico quello
di Mons. Giacomo Lombardo (1438-1469);
Broccati, tra
cui il più antico quello
di Giannozio Pandolfini (1484-1519);
Ricami, eseguiti
dalle monache benedettine di Troja,
tra cui la pianeta bianca di mons.
Antonio
Di Sangro;
VOLUMI E PERGAMENE
Pergamene: 554
vanno dal 1034 al 1919, per lo
più sono atti riguardanti
la Cattedrale, il Capitolo o la
fabbrica della chiesa. Lettere
pontificie, privilegi ducali,
donazioni imperiali, lettere di
vescovi, accordi, atti di offerta,
contratti di vendita, concessioni,
permute e lasciti post mortem.
Tra le pergamene ve ne è
una con il sigillo di Federico
II.
Nel 1952 le pergamene sono state
restaurate dai Padri Basiliani
di Grottaferrata.
Volumi: tra cui
il missale Trojanum, manoscritto
su pergamena databile al XIII
sec., ricco di finissime miniature
con la trascrizione di canti in
musica gregoriana; alcuni corali
contenenti graduali ed antifonari;
Rotoli miniati degli Exultet:
tre preziosissimi rotoli miniati
in pergamena. Il nome Exultet
(esortazione alla gioia) è
la prima parola del praeconium
paschale (annuncio della Pasqua),
il canto liturgico con cui alla
vigilia del sabato il diacono
annuncia alla comunità
del clero e dei fedeli il Mistero
Pasquale della Redenzione:
Exultet I, metà
sec. XI,
lunghezza cm 268, larghezza cm
20;
Exultet II, sec.
XI-XII,
lunghezza cm 190,5, larghezza
cm 21;
Exultet III,
sec. XII,
lunghezza cm 651, larghezza cm
25.
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Maiestas Dòmini, Exultet III |
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Natività Exultet III |
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Pergamena del XI sec. |
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Codice del XIV sec. |
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